Terre e rocce da scavo, le semplificazioni del nuovo Regolamento
È in vigore da pochi giorni (22 agosto) il DPR che ridisegna la materia della gestione delle terre e delle rocce da scavo. Il Regolamento, emanato in attuazione della previsione contenuta nel Decreto “Sblocca Italia” del 2014 (D.L. n. 133/14), contiene rilevanti novità finalizzate alla semplificazione degli adempimenti da parte degli operatori.
Il cambio di paradigma più significativo introdotto dall’articolato normativo concerne il superamento delle autorizzazioni preventive per la gestione delle terre e delle rocce da scavo e un rafforzamento dei controlli ex post.
La gestione e l’utilizzo delle stesse quali sottoprodotti non richiede più la previa approvazione del piano di utilizzo, nei cantieri di piccole dimensioni e nei cantieri di grandi non sottoposti a VIA e AIA, ma soltanto la predisposizione e la trasmissione del piano di utilizzo che attesta la sussistenza delle condizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 dell’art. 4 (o della dichiarazione di cui all’art. 21 relativa all’utilizzo per i cantieri di piccole dimensioni), nonche’ della dichiarazione di avvenuto utilizzo in conformita’ alle previsioni del presente regolamento.
Per i grandi cantieri di cui all’art. 2, c.1, lettera u) del Regolamento, sottoposti a VIA o AIA, il piano di utilizzo mantiene un ambito di temporale entro il quale l’esercizio di poteri amministrativi ex ante, anche se non più di carattere autorizzatorio, è possibile: più precisamente, entro 30 giorni dalla presentazione del piano l’autorità competente può richiedere integrazioni documentali e soltanto dopo 90 giorni dalla presentazione del piano o dall’integrazione il proponente può iniziare la gestione delle terre e rocce conformemente al piano presentato.
Di queste e delle altre novità e semplificazioni del DPR n. 120/17 si discuterà al seminario di Optime “La gestione delle terre e delle rocce da scavo nelle disposizioni del nuovo Regolamento”, in programma a Milano il 29 settembre prossimo e al quale parteciperanno autorevoli e qualificati esperti, tra i quali il Prof. Marcello Cecchetti, Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Ambiente.
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